Io lo sento, questo Dio, lo vedo, ne ho bisogno, credo in Lui !

Indubbiamente il giudizio storico su Napoleone non può che essere radicalmente negativo, considerata la miriade di morti che causò con il suo vero e proprio delirio per le guerre. Eppure, persino l’uomo delle tante guerre alla fine conobbe pienamente la bellezza dell’ Amore cristiano.

Sono poco conosciute le meditazioni sul Cristianesimo dell’ imperatore che, ormai sconfitto, si trova solo e prigioniero nell’ isola di Sant’Elena.

Meditazioni che risultano essere sorprendenti perché quel che colpisce è che egli è ormai totalmente affascinato dalla persona di Cristo e considera a confronto “NULLA” tutte le altre glorie umane.

Al generale Bertand che parla di Gesù come un grande uomo tra i tanti della storia, egli risponde : “ Se lei non capisce che Gesù Cristo è Dio, ebbene ho sbagliato io a nominarla generale! “ .

E ancora aggiungeva : “ Conosco gli uomini e vi dico che Gesù non è solo uomo […]. Tutto di lui mi sorprende […]. Le sue idee, i suoi sentimenti, la verità che egli annuncia, la sua maniera di convincere, non si riescono a spiegare […]. Tutto ciò che egli ha fatto è divino […]

E’ il solo che abbia detto chiaramente e affermato senza esitazione egli stesso di sé : “ Io sono Dio” . Il suo stupore è anche quello di un condottiero militare: “ Quanti anni è durato l’impero di Cesare? Per quanto tempo si è mantenuto l’ entusiasmo dei soldati di Alessandro? […] Tutti i re e tutte le forze della terra si trovano da una parte, mentre dall’ altra non vedo alcun esercito, ma una misteriosa energia, alcuni uomini sparpagliati qua e la nelle varie parti del globo e che non avevano altro segno di fratellanza che una fede comune nel mistero della croce […] Potete concepire un morto che fa delle conquiste con un esercito fedele e del tutto devoto alla sua memoria? […]

Quanto a me, i miei eserciti mi dimenticano mentre sono ancora vivo […]

I popoli passano, i troni crollano e la Chiesa rimane. Qual è, dunque, la forza che mantiene in piedi questa Chiesa, assalita dall’ oceano furioso della collera e dell’ odio del mondo?

In Lui è ormai chiaro che l’amore è l’essenza del cristianesimo : “ Il più grande miracolo di Cristo è stato fondare il Regno della carità: solo lui si è spinto ad elevare il cuore umano fino alle vette dell’ inimmaginabile, all’ annullamento del tempo; lui solo creando questa immolazione , ha stabilito un legame tra il cielo e la terra . Tutti coloro che credono in Lui, avvertono questo amore straordinario, superiore, soprannaturale, fenomeno inspiegabile e impossibile alla ragione”.

Così si esprime Napoleone che chiede anche di poter avere la possibilità della Messa domenicale. Morì con i sacramenti della Confessione e della Comunione, concedendo il perdono a tutte le persone che lo avevano tradito e grato di essere stato “aiutato a raggiungere la piena adesione al Cattolicesimo”.

Dall’ intervista di un giornalista francese

“Se tornasse indietro, quale errore non rifarebbe?”

“L’errore più grande che ho fatto –continuò Napoleone- è qualcosa a cui nessuno pensa. E cioè la pretesa di distruggere la Chiesa cattolica. Io credevo che la Chiesa fosse come una sorta di serpente, per cui, schiacciata la testa, sarebbe morta. E invece più schiacciavo questa testa (l’allusione all’esilio di Pio VI e Pio VII è chiarissima), e più mi accorgevo che la Chiesa mi rinasceva tra le mani. Ho combattuto contro potentissimi eserciti, eppure non ho mai dubitato di combattere contro realtà limitate; ma combattendo contro la Chiesa, mi sono accorto di combattere non solo contro degli uomini!”

“La gioia che ho dentro è immensa.

Adesso capisco perché, anche nei momenti più bui della mia vita e in cui ero più lontano da Cristo, non ho mai dimenticato che il giorno più felice della mia vita fu quando presi la mia prima Comunione”.

Ultime conversazioni religiose di Napoleone Bonaparte

Dall’opera “Conversazioni religiose” di Napoleone Bonaparte (con il Generale Bertrand), scritta negli ultimi anni di vita, durante l’esilio all’isola di Sant’Elena, liberamente estratto da Spes nostra

“Tutto di Gesù mi sorprende. Il suo spirito mi supera e la sua volontà mi confonde. Tra lui e qualsiasi altra persona al mondo non c’è possibilità di paragone. E’ veramente un essere a parte. Le sue idee, i suoi sentimenti, la verità che egli annuncia, la sua maniera di convincere, non si riescono a spiegare né con le istituzioni umane né con la natura delle cose. La sua nascita e la storia della sua vita, la profondità della sua dottrina che raggiunge davvero la vetta delle difficoltà e ne è la soluzione più ammirevole, il suo Vangelo, il suo cammino attraverso i secoli, tutto rappresenta per me un prodigio. E’ un mistero insondabile. Qui non vedo niente di umano, più guardo da vicino e più mi accorgo che tutto è al di sopra di me, tutto appare più grande. Tra il cristianesimo e qualsiasi altra religione c’è la distanza dell’infinito. Io di uomini me ne intendo e Gesù Cristo non era solamente un uomo. […]

Cerco invano nella storia qualcuno simile a Gesù Cristo o qualcuno che comunque si avvicini al Vangelo. Anche gli empi non hanno mai osato negare la sublimità del Vangelo che ispira loro una specie di venerazione obbligata! Che gioia procura questo libro! Dal primo giorno fino all’ultimo, egli è lo stesso, sempre lo stesso, maestoso e semplice, infinitamente severo e infinitamente dolce. Che parli o che agisca, Gesù è luminoso, immutabile, impassibile. Gesù si è impadronito del genere umano. Mentre tutto ciò che egli ha fatto è divino, negli altri, Zoroastro, Numa, Maometto, non c’è nulla, al contrario, che non sia umano. L’azione di questi mortali si limita alla loro vita. Cristo si tratta forse di una invenzione dell’uomo? No, al contrario è una realtà inspiegabile. Gesù è il solo che abbia osato tanto. E’ il solo che abbia detto chiaramente e affermato senza esitazione egli stesso di sé: io sono Dio. Voi parlate di Cesare e di Alessandro, delle loro conquiste e dell’entusiasmo che seppero suscitare nel cuore dei soldati, ma quanti anni è durato l’impero di Cesare? Per quanto tempo si è mantenuto l’entusiasmo dei soldati di Alessandro? Invece per Cristo è stata una guerra, un lungo combattimento durato trecento anni, cominciato dagli apostoli e proseguito dai loro successori e dall’onda delle generazioni cristiane. E che dura tutt’ora. Dopo san Pietro i trentadue vescovi di Roma che gli sono succeduti sulla cattedra hanno, come lui, subito il martirio. Durante i tre secoli successivi, la cattedra romana fu un patibolo che procurava sicuramente la morte a chi vi veniva chiamato. In questa guerra tutti i re e tutte le forze della terra si trovano da una parte, mentre dall’altra non vedo nessun esercito, ma una misteriosa energia, alcuni uomini sparpagliati qua e là nelle varie parti del globo e che non avevano altro segno di fratellanza che una fede comune nel mistero della Croce.

Potete concepire un morto che fa delle conquiste con un esercito fedele e del tutto devoto alla sua memoria? Potete concepire un fantasma che ha soldati senza paga, senza speranza per questo mondo e che ispira loro la perseveranza e la sopportazione di ogni genere di privazione? Questa è la storia dell’invasione e della conquista del mondo da parte del cristianesimo. I popoli passano, i troni crollano e la Chiesa rimane! Quale è, dunque, la forza che mantiene in piedi questa Chiesa, assalita dall’oceano furioso della diffidenza, del pregiudizio, della collera e dell’odio del mondo? Qual è il braccio, dopo diciotto secoli, che l’ha difesa dalle tante tempeste che hanno minacciato di inghiottirla?.

Come mai, quindi, un ebreo, la cui esistenza storica è testimoniata con più sicurezza di tutte quelle del tempo in cui visse, lui solo, figlio di un falegname, si presenti subito come Dio stesso, come l’essere per eccellenza, come il creatore degli esseri. Egli si arroga ogni forma di adorazione. Costruisce il suo culto con le sue mani, non con le pietre ma con gli uomini. Ci si esalta davanti alle conquiste di Alessandro! Ebbene, ecco un conquistatore che confisca a proprio vantaggio, che unisce, che aggrega a sé non una nazione ma la specie umana. Che miracolo! L’anima umana con tutte le sue facoltà diventa un’appendice dell’esistenza di Cristo. E in che modo accade questo? Con un prodigio che supera ogni prodigio.

Egli vuole l’amore degli uomini, vuole, cioè, la cosa al mondo più difficile da ottenere. Ciò che un saggio domanda inutilmente a qualche amico, ciò che un padre chiede ai suoi figli, la sposa al suo sposo, un fratello al fratello, in una parola il cuore, questo e ciò che egli vuole per sé. Lo esige m forma assoluta e immediatamente lo ottiene.

Così egli conferma ai miei occhi la sua natura divina. Alessandro, Cesare, Annibale, Luigi XIV, con tutto il loro genio hanno fallito su questo punto. Hanno conquistato il mondo e non sono riusciti ad avere un amico. Senza dubbio Maometto proclama l’unità di Dio. Questa verità è l’essenza e il dogma principale della sua religione. Lo riconosco, ma tutti sanno che egli lo afferma a partire da Mosè e dalla tradizione ebraica. Lo spirito di Maometto, o piuttosto la sua immaginazione, ha pagato il prezzo di tutti gli altri dogmi del Corano, libro pieno di confusione e di oscurità, di un riformatore appassionato che si tormenta per risolvere con il genio delle questioni che sono più alte del genio e che non arriva ad altro che a degli errori grossolani, tanto è vero che non è dato a nessuno, neppure a un grand’uomo, di poter dire niente di soddisfacente su Dio, sul paradiso e sulla vita futura, se Dio stesso non lo istruisce preventivamente! Maometto, quindi, è vero soltanto quando si appoggia sulla Bibbia e sul sentimento innato della fede in Dio. Per tutto il resto il Corano non è davvero altro che un sistema ardito di dominio e di invasione politica. Ovunque in Maometto si scopre l’uomo ambizioso, il vile adulatore di tutte le passioni più care al cuore degli uomini! Come carezza la carne, che spazio riserva alla sensualità! Vuole portare l’Arabo verso la verità di Dio, oppure verso la seduzione di tutte le gioie permesse in questa vita e promesse come speranza e ricompensa nell’altro?

Bisognava conquistare un popolo. L’appello alle passioni era, dunque, necessario. Ebbene, vi è riuscito! Ma la causa del suo trionfo sarà la causa della sua rovina. Presto o tardi la mezzaluna sparirà dalla scena del mondo e la Croce vi rimarrà! La sensualità in ultima analisi uccide le nazioni, cosi come uccide gli individui che sono cosi folli da farne il fondamento della loro esistenza! Questo falso profeta, inoltre, si rivolge a una sola nazione, e ha sentito il bisogno, di giocare due ruoli, il ruolo politico e quello religioso. Egli ha effettivamente conquistato e posseduto tutta la potenza del primo. Quanto al secondo, se ne ha avuto il prestigio non ne ha avuto la sostanza. Non ha mai fornito prove della divinità della sua missione. Una o due volte vuole misurarsi con un miracolo e fallisce miseramente. Nessuno crede ai suoi miracoli, perché Maometto stesso non ci credeva e questo prova che non è poi cosi facile come si immagina di imporsi in questo modo. Se a Maometto si addice bene il titolo di impostore, esso ripugna talmente a quello di Cristo che credo che nessun nemico del cristianesimo abbia mai osato attribuirglielo! E tuttavia non c’è una via di mezzo: Cristo o è un impostore o è Dio.

Conosco gli uomini e vi dico che Gesù non è un uomo. Gli spiriti superficiali scorgono una somiglianza tra il Cristo e i fondatori di Imperi, i conquistatori e le divinità di altre religioni. Questa somiglianza non esiste. Tra il cristianesimo e qualsiasi altra religione c’è la distanza dell’infinito. Si, esiste una causa divina, una ragione sovrana, un essere infinito. Questa causa è la causa delle cause; questa ragione è la ragione creatrice dell’intelligenza. Esiste un essere infinito, a paragone del quale, generale Bertrand, non siete che un atomo; a paragone del quale io, Napoleone, con tutto il mio genio, sono un vero niente, un puro nulla, mi capite? Lo sento questo Dio… lo vedo… ne ho bisogno, credo in lui… Se voi non lo sentite, se non voi non ci credete, ebbene, tanto peggio per voi.

Fondata sulla Bibbia, questa dottrina spiega meglio di ogni altra le tradizioni del mondo. Le chiarisce e gli altri dogmi vi si raccordano strettamente come gli anelli ben fermati della stessa catena. L’esistenza del Cristo è da un capo all’altro un tessuto misterioso, lo ammetto. Ma questo mistero risponde a delle difficoltà che si ritrovano in tutte le esistenze. Rifiutatele e il mondo diventa un enigma. Accettatele e avrete una soluzione ammirevole della storia umana. Il cristianesimo ha un vantaggio su tutti i filosofi e su tutte le religioni. I cristiani non si fanno illusioni sulla natura delle cose. Ad essi non si può rimproverare né la sottigliezza, né la ciarlataneria degli ideologi, che hanno creduto di risolvere il grande enigma delle questioni teologiche con delle inutili dissertazioni su questi grandi argomenti. Insensati, la cui follia rassomiglia a quella di un bambino che vuole toccare il cielo con la mano o che chiede la luna come giocattolo e curiosità! Il cristianesimo dice con semplicità: “Nessun uomo ha visto Dio, se non è egli stesso Dio. Dio ha rivelato ciò che egli è: la sua Rivelazione è un mistero che né la ragione né lo spirito possono concepire. Ma poiché Dio ha parlato, bisogna credere”. Questo è di grande buon senso.

Il Vangelo possiede una virtù segreta, un non so che affascina il cuore. Nel meditarlo si prova la stesso sentimento che a contemplare il cielo. Il Vangelo non è un libro, è un essere vivente, con una capacità di azione, con una potenza che invade tutto quello che si oppone alla sua espansione. Eccolo su questo tavolo, questo che è il libro per eccellenza (e qui l’Imperatore lo sfiora con rispetto). Non mi stanco mai di leggerlo, ogni giorno e sempre con lo stesso piacere. Il Cristo non muta. Non esita mai nel suo insegnamento e la sua più piccola affermazione ha un’impronta di semplicità e di profondità che cattura l’ignorante e il sapiente, per poco che vi prestino la loro attenzione. Da nessuna parte si ritrova questa serie di belle idee, di belle massime morali, che sfilano come battaglioni della milizia celeste e producono nel nostro animo lo stesso sentimento che si prova considerando la distesa infinita del cielo quando, in una bella notte d’estate, risplende di tutta la luce degli astri. Non soltanto il nostro spirito è occupato, ma è dominato da questa lettura e l’anima con questo libro non corre mai il rischio di smarrirsi. Una volta diventato padrone del nostro spirito, il fedele Vangelo ci ama.

Dio stesso è nostro amico, nostro padre e veramente nostro Dio. Una madre non ha maggior cura per il bambino che allatta. L’anima, sedotta dalla bellezza del Vangelo, non si appartiene più, Dio se ne impadronisce d’un tratto, ne dirige i pensieri e tutte le facoltà. Essa gli appartiene interamente. Quale prova della divinità di Cristo! Con un dominio cosi assoluto non ha avuto che un unico scopo, il miglioramento spirituale degli individui, la purezza della coscienza, l’unione a ciò che è vero, la santità dell’anima, Ecco una vera religione e vi riconosco un pontefice. Ciò che strappa la convinzione sono tutti i vantaggi e la felicità che derivano da una simile credenza. L’uomo che crede è felice! Voi ignorate che cosa vuol dire “‘ credere! Credere è vedere Dio perché si hanno gli occhi fissi su di lui! Felice chi crede! Non tutti credono, Questo è il cristianesimo, che soddisfa completamente la ragione che ne posseggono il principio originario, che spiega se stesso con una rivelazione dall’alto e che spiega poi mille difficoltà che non hanno altra soluzione possibile se non grazie alla fede”.

“L’Oasi di Engaddi” – “Il Regno è già in mezzo a voi”(Lc.17,20)

 

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